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sabato, Luglio 27, 2024
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Speciale Futsal: intervista tripla Basile – Bellarte – Capurso

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A distanza di qualche giorno dalla vittoria della Nazionale Italiana di futsal ad Euro 2014, ed alla vigilia della ripresa del campionato di serie A, abbiamo intervistato i mister Basile (Lc Solito Martina), Bellarte (Acqua&Sapone Emmegross) e Capurso (Kaos Futsal). Nella massima serie nazionale, tre mister su dieci “parlano” pugliese. Onore a loro.

Buona lettura.

La politica, i giovani e l’Italia?
Basile: Credo di non essere la persona più appropriata per rispondere a questa domanda. Ho la mia idea politica ma meglio parlare di futsal.
Bellarte: L’Italia è eredità meravigliosa e al tempo stesso obiettivo massimo, e i giovani dovrebbero capire che bisogna amare e sfruttare l’Italia per arrivare a compiere l’Italia stessa.
Capurso: Momento estremamente delicato. Ormai è sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo. Siamo ai minimi livelli storici. È un problema pensare ad un futuro per i giovani vista la difficoltà nell’inserimento del mondo del lavoro. Bisogna pensare a fare cose serie senza litigare creando i presupposti per cambiare le cose in meglio.
Come si mettono insieme futsal e famiglia?
Basile: Famiglia e lavoro sono le cose più importanti per me e credo per ogni uomo, e non ho nessuna difficoltà affinché ci sia armonia tra questi due valori inestimabili.
Bellarte:
Futsal e famiglia sono compatibili solo a fronte di enormi sacrifici. E una vita di rinunce è necessaria per chi vuole coltivare le proprie ambizioni, in qualsiasi ambito.
Capurso: Diciamo che il mio caso non è facile. Io ho cercato di colmare al massimo la lacuna della distanza coinvolgendo il più possibile mia moglie, la quale ormai mi segue spessissimo diventando la mia prima critica. Si è creata simbiosi. Diciamo che a Bisceglie era più facile, avevo la serie A, a 500 metri. Stando a Ferrara vedo anche poco le mie figlie. Mi mancano, e mi sto un po’ perdendo i loro anni più importanti. Ringrazio mia moglie che riesce a darmi la forza per sopperire a tutto questo.
Il Futsal in tre parole …
Basile: Intelligenza, applicazione e adrenalina.
Bellarte:
Logica, intelligenza e tattica.
Capurso:
Tattica (ormai in serie A vinci se sei più bravo dell’altro e non perché gli altri sono più scarsi di te e quindi hai bisogno di lavorare molto sull’aspetto tattico), gestione del gruppo (soprattutto nel gestire giocatori che percepiscono cifre importanti e quindi cercare di coinvolgerli e farli rendere al massimo), gestione delle risorse economiche (perché spesso abbiamo visto società nascere e morire nell’arco di due stagioni. La società deve appoggiare un allenatore e deve compiere i suoi passi poco per volta, con una programmazione; questo ci ha permesso a Bisceglie di durare 18 anni con grandi soddisfazioni).
La partita migliore di quest’anno?
Basile: Credo proprio l’ultima in casa contro la Luparense per atteggiamento difensivo e pericolosità offensiva senza dimenticare che non eravamo in condizioni ottimali.
Bellarte:
La migliore partita è stata la gara di andata ad Asti, prima di campionato, dove pensavo di dover incontrare enormi difficoltà di adattamento dei nuovi e di adattamento del “corpo” a cui viene installata “una protesi”, che permette di vivere meglio e lottare per vincere.
Capurso:Quella che abbiamo vinto (dopo un avvio stentato, pieno di pareggi) a Rieti per 7 a 0. Partita dominato in lungo e in largo. Lì, abbiamo capito che il Kaos merita la sua classifica ed è una squadra di tutto rispetto.
La peggiore partita di quest’anno?
Basile: Dico sempre Luparense; è stato il nostro esordio in serie A, anche se siamo rimasti in gara sino a 5 minuti dal termine forse è stata l’unica gara che non abbiamo interpretato con la nostra mentalità.
Bellarte:La peggiore partita a Napoli, coincide con l’unica sconfitta di questo anno.
Capurso:La sconfitta in casa contro il Martina. Il Martina è una signora squadra, organizzata, allenata bene da Piero Basile. È stata una partita dove non siamo stati attenti né dal punto di vista tattico né dal punto di vista emozionale. Abbiamo perso meritatamente.
Cosa hai visto d’interessante o di nuovo tatticamente in questo campionato?
Basile: Questo campionato è incredibilmente affascinante per il grandissimo livello e equilibrio tra le squadre, la differenza forse dalle altre stagioni è la voglia di ogni squadra di dimostrare la propria forza e questo non fa che rendere tutte le gare spettacolari e con tante reti.
Bellarte: Di interessante e nuovo in questo campionato c’è la purezza e la durezza della competizione, viste le poche squadre nella Serie A, tutte competitive.
Capurso: Di interessante ho apprezzato l’organizzazione di gioco del Martina ed il consolidato atteggiamento tattico del portiere di movimento, che è stato un mio cavallo di battaglia con Laion gli anni scorsi, adesso è diventata una prerogativa di molti. Tatticamente è una fase che si sta evolvendo molto. E quindi bisogna lavorarci molto, come io ho già fatto per molti anni.
Guardando la classifica in questo momento, tutti verdetti giusti, o ti aspettavi qualcosa di diverso?
Basile: La classifica è talmente corta che con una vittoria o una sconfitta una squadra galleggia dalla 4° alla 9° o 10° posizione. Chiaramente fa effetto vedere il Pescara ultimo per il roster a disposizione.
Bellarte: La classifica dice sempre la verità, così come la palla, per dirla alla Rasheed Wallace “Ball don’t lie”, la palla non mente.
Capurso: Sicuramente mi aspettavo di più dal Pescara. Ci aspettavamo tutti qualcosa di più. Un roster da primi posti con gente che ha vinto molti scudetti (Foglia, Morgado, Jonas, Duarte) che doveva fare meglio e adesso è in una situazione di classifica deficitaria. L’Asti sta confermando tutta la sua forza, mentre la Luparense con queste acquisizioni di giocatori dalla Marca si pone all’altezza dell’Asti. Poi c’è l’Acqua e Sapone. La classifica dice che le prime tre in classifica sono le favorite, però noi speriamo di inserirci.
Il giocatore che con te pensi sia cresciuto di più?
Basile: Con alcuni giocatori come Luft e Arellano lavoriamo insieme da più di cinque anni e la loro crescita è stata parallela alla mia. Loro mi hanno dato tanto e penso di aver fatto la stessa cosa nei loro confronti ma credo il giocatore che sia cresciuto rapidamente in poco più di due anni è sicuramente Felipe Manfroi.
Bellarte: Anche dopo l’exploit al Campionato Europeo, il giocatore che è cresciuto di più rispetto a quando l’ho incontrato è Murilo Ferreira. Quello più costante nella crescita, scalando le serie nei campionati italiani è stato Coco Schmitt.
Capurso: Negli anni scorsi tanti, dirne solo uno potrebbe esser limitativo. Sicuramente Pedotti ha fatto bene con me, e dopo lo scudetto con la Luparense è voluto tornare con me e per me è un motivo d’orgoglio. Sia lui che Jeffe, sono giocatori che con me sono cresciuti tanto. Però ritengo che dal punto di vista della forza e dell’aspetto caratteriale, Nicolodi insieme a Laion nei quattro anni a Bisceglie han fatto passi da gigante. Non vorrei offendere nessuno, visto che ho portato mezza serie A in Italia, ma penso che questi siano quelli che con me hanno fatto passi da gigante.
Quant’è difficile o cosa significa fare l’allenatore?
Basile: Credo che sia un mestiere difficilissimo a grandi livelli perché alla fine l’allenatore è responsabile di tutti i rapporti tra giocatori dirigenti e società e quando tutte le componenti viaggiano in armonia il nostro lavoro viene agevolato ma se questo non avviene per noi diventa dura perché restiamo soli e soltanto noi possiamo trovare le soluzioni alle problematiche. È un lavoro che ti dona momenti di esaltazione unica ma anche di sconforto e solitudine, sta ad ognuno di noi saperli gestire nel migliore dei modi.
Bellarte: L’allenatore è una professione d’amore, se non ami quello che fai e soprattutto se non ami le persone a cui devi donare quello che fai, non si può essere allenatore.
Capurso: È un mestiere molto difficile. Alla fine l’allenatore è un uomo solo con tutti i suoi dubbi, tutte le sue angosce e tutte le sue problematiche e quindi anche se si consulta con il suo staff le decisioni alla fine sono sue e quindi ha questa grande responsabilità. A questo aggiungi il fatto che io faccio anche il  manager e quindi la squadra l’ho fatta io sulle ceneri di una retrocessione. Pereira, Coco, Jeffe, Pedotti, sono giocatori che ho portato io. Della vecchia gestione è rimasto solo Andrè Ferreira. Quindi hai grandi responsabilità. È un mestiere davvero difficile. 
È l’allenatore che deve adeguarsi alle caratteristiche dei suoi giocatori, o viceversa? 
Basile: Prima di tutto l’allenatore dovrebbe scegliere i propri giocatori in base al suo modo di giocare ma se questo alcune volte non è possibile sicuramente siamo noi che dobbiamo adattarci ai giocatori cercando però di plasmarli secondo le nostre idee.
Bellarte: L’allenatore deve cercare di far rendere al meglio i giocatori all’interno di un sistema, mettendo l’identità e il metodo dell’allenatore come base per la squadra.
Capurso: È un eterno dilemma. Se un allenatore ha la possibilità, come l’ho avuta io in questi anni nei limiti del budget a disposizione della società (inferiore ad Asti, Luparense, Pescara, Acqua & Sapone) ti porti a casa i giocatori più funzionali al tuo sistema di gioco. Altrimenti ci sono allenatori che devono subire quelle che sono le imposizioni della società, che gli pone dei giocatori e tu devi adeguarti, cercando di farli rendere al meglio.
Chi è stato il tuo modello da seguire o da prendere come esempio?
Basile: Sicuramente Venancio Lopez, per il modo di pensare e lavorare.
Bellarte: Ho cercato nella mia vita di prendere da tutto e tutti, di prendere esempi da seguire e altri da evitare assolutamente. E tutti gli esempi, positivi e negativi, hanno la stessa rilevanza.
Capurso: Agl’inizi mi sono molto identificato in Colini anche se io gioco in maniera un po’ diversa. Lui gioca con una marcatura ad uomo completa, io faccio una marcatura ad uomo con gli “aiuti”, scalando parecchio. Non è una zona mista la mia, ma è una marcatura a scalare anche se rimane una marcatura ad uomo. Mi sono ispirato a Colini, per quella che è stata la sua passione, la voglia e l’intensità, che ha messo in questo lavoro e per il  gioco e i risultati che poi ha ottenuto. Spesso è stato criticato perché viene visto come un difensivista ma invece io dico che non è così perché spessissimo le sue squadre giocano con due laterali offensivi ed un pivot, quindi con un solo difensore di ruolo, Quindi è un pensiero del tutto sbagliato, per me è stato un esempio per la crescita. Spesso l’ho chiamato e mi sono confrontato. Il tutto mi è servito a crescere. Grandissimo riferimento.
Il pregio dei tuoi colleghi? 
Basile: Sicuramente la disponibilità, credo di avere un ottimo rapporto con tutti i nove allenatori di A.
Bellarte: Che sono pugliesi e soprattutto che, come me, hanno allenato in tutte le categorie!
Capurso: Per quanto riguarda Basile, mi rivedo in lui per quello che è stato il mio percorso a Bisceglie. Un ragazzo che ha dato un’organizzazione tattica importante e che viene seguito dai suoi giocatori (questo è un fattore importante) in un ambiente dove mi rivedo. Molto interesse, molta freschezza, molta voglia di crescere con un presidente come Scatigna che ha tanta passione come Alfonso Russo. È un ragazzo che sa quello che vuole, che sa mettere in campo la squadra. Massimo rispetto, con noi ha giocato alla grande ed ha meritato di vincere. Mentre per quanto riguarda Massimiliano forse in questo momento è il più completo anche se spesso lui non gioca con il pivot. Fa un gioco particolare, dove fa della velocità e dei ribaltamenti di fronte il suo cavallo di battaglia. È uno che lavora moltissimo sotto tutti gli aspetti tattici. È un ragazzo che si pone con cultura e con un atteggiamento positivo, lo si nota da quello che i suoi ragazzi dicono di lui. Il futuro è suo, perché ha voglia di crescere e di trovare idee sempre nuove, senza fossilizzarsi su quelli che sono i canoni della nostra disciplina. Massimo rispetto per Massimiliano ed onore a me che ho avuto lui come seguace. Massimo affetto per entrambi, spero di vederli a lungo ai vertici del futsal nazionale.
Hai mai visto nei tuoi ragazzi la voglia di realizzare un sogno che tu non hai realizzato? 
Basile: I miei sogni o obiettivi sono gli stessi dei miei giocatori. In questi due anni abbiamo realizzato molti di quelli che erano nella nostra testa e speriamo di continuare su questa strada.
Bellarte: Certo! E cerco di cavalcare questa loro voglia, per realizzare i miei sogni in una forma diversa.
Capurso: Sì certo, io non sono mai riuscito a vincere lo scudetto. Vorrei che i miei ragazzi riuscissero a vincere quello che in serie A non sono riuscito a vincere io. Mi auguro che magari riuscissimo insieme a condividere questa gioia che ci manca.
L’atleta più forte che hai allenato? 
Basile: Ho allenato molti giocatori che per professionalità e capacità tecniche mi hanno impressionato ma se devo fare un nome per rispetto alla sua carriera dico Tadeu Sartori, ma, soprattutto quest’anno ho a disposizione giocatori di altissimo livello.
Bellarte: Falcao e Ricardinho! Li ho allenati tante volte, nella mia mente!
Capurso: A livello tattico e per forza mentale dico Planas. Negli anni di Bisceglie è stato un acquisto fondamentale. La sua voglia di far bene ha coinvolto tutti, anche se tecnicamente dico Nicolodi.
Cosa riserva il vostro futuro? Dopo l’allenatore vorrei fare…
Basile: Non so, e non voglio fare altro che il mio lavoro nel futuro.
Bellarte: Se il mio futuro fosse più simile ad una cartolina di Copacabana, ci andrei più volentieri, ma visto che non è così lo lascio lì dov’è.
Capurso: Futuro? Penso futsal a 360°. La  mia voglia è di rimanere nell’ambiente, a Ferrara in un posto unico, dove si può lavorare alla grande con persone che rispettano gli impegni e che quindi ti danno la possibilità di fare futsal come uno vorrebbe. Dunque nel mio futuro vorrei continuare ad allenare e poi collaborare come direttore sportivo.
Il tuo primo tifoso, chi ti critica e ti criticherà sempre?
Basile: Un allenatore ad alti livelli non può piacere a tutti come normale che sia, quindi deve saper accettare critiche anche se a volte prive di logica. Fa parte della nostra professione. Il mio primo tifoso senza dubbio è mio fratello Vito che mi segue dappertutto senza dimenticare mia moglie, altrimenti…
Bellarte: Il mio primo tifoso è mio padre, per lui sono sempre il migliore. Lui combatte contro chi mi ritiene il peggiore a prescindere, che troverà sempre qualcosa per criticarmi. Ma se scegli di fare nella vita qualcosa che è pubblico, anche se non in maniera abnorme come in altri sport, devi sapere che la critica sarà sempre presente, in testa alla carovana.
Capurso: Mia moglie.
Tre grazie che vorresti fare a tre cose o a tre persone per l’avventura che stai svolgendo? 
Basile: Alla LC Five che mi ha dato la possibilità di raggiungere il mio obiettivo e cioè la serie A. A mia moglie che mi sostiene nei momenti difficili ed a me stesso per essere stato sempre tenace e perseverante.
Bellarte: Grazie lo dico anche a mio nipote quando mi dice “buonanotte”. Il primo grazie uno sportivo dovrebbe riservarlo a tutti coloro che gli danno una possibilità, e io ho ringrazio tutti i presidenti che ho avuto (Savi, Zizzari e Barbarossa) che mi hanno dato possibilità quando io stesso non me ne sarei dato.
Capurso: Il primo grazie agli amici di Bisceglie, soprattutto ad Alfonso Russo ed Eugenio Pedone che mi hanno dato la possibilità di credere in questa disciplina. A mia moglie che ha sempre creduto in me e si è privata tanto.Ai dirigenti del Kaos che hanno scommesso su di me, in questi due anni. Stiamo rispettando i programmi. Mi auguro che con la loro serietà si possa arrivare un domani a vincere qualcosa di importante.
Qual é il vero obiettivo della tua squadra?
Basile: Abbiamo raggiunto sino a questo momento tutti i nostri obiettivi, il prossimo è centrare i play off.
Bellarte: Il vero obiettivo di qualsiasi sportivo dovrebbe essere competere per essere sempre migliori di se stessi. La pietra di paragone è la squadra stessa, anche se nel nostro mondo non bisogna solo fare le cose bene. Bisogna farle anche meglio degli altri.
Capurso: Di dare il massimo. Il mio obiettivo è quello di sentirsi dire “la squadra di Leopoldo Capurso è una squadra brutta e fastidiosa da affrontare”. Questo per me è un grande pregio perché vuol dire che quando affrontano le mie squadre hanno tutti questa sorta di terrore che per loro non sarà mai facile. L’obiettivo è quello di continuare a crescere  per la final eight ed eventualmente i  play off. Daremo battaglia, per dar continuità al nostro progetto di crescita. 
La tua top five del campionato? 
Basile: Mammarella (Acqua&Sapone Emmegross), Nora (Alter Ego Luparense), Merlim (Alter Ego Luparense), Vampeta (Asti), Fortino (Asti).
Bellarte: Zaramello (Pescara), Lima (Asti), Honorio (Alter Ego Luparense), Cavinato (Asti), Canal (Alter Ego Luparense).
Capurso:Tra i pali Zaramello, rimane un portiere di assoluto affidamento. Centrale difensivo, Ippoliti,che ancora sta dicendo la sua alla Lazio dimostrando di essere sempre un giocatore di altissima prestazione. I due laterali: Lima e Vampeta per me sono i più forti da anni (sempre stato innamorato di Vampeta). Pivot Rogerio del Real Rieti anche se avanti con l’età. Formerebbero un quintetto molto importante.
Fai la “formazione” a Menichelli?
Basile: Credo che Roberto sia la persona più indicata e non ha bisogno sicuramente dei miei consigli.
Bellarte: Menichelli la formazione l’ha fatta benissimo.
Capurso: Mammarella, Lima, Saad, Vampeta, Fortino.
Tre allenatori pugliesi in serie A. La Puglia al vertice?
Basile: Tre allenatori pugliesi su dieci in A credo sia un orgoglio per la Puglia ed è la testimonianza del grande lavoro svolto anno dopo anno cercando di migliorare noi stessi e le nostre squadre.
Bellarte: La Puglia potrebbe essere una spinta importante per portare l’Italia al vertice.
Capurso: La Puglia ha dimostrato di saperci stare. Noi come Bisceglie siamo stati gli antesignani, poi il Putignano e il Martina. E c’è una “fame” molto grande in tutta la Puglia. Siamo secondi solo al Veneto come numero di società. Siamo un fulcro all’interno dell’intero movimento. Onore alla Puglia, onore a chi ha lavorato per tanti anni  per portare questa regione ai massimi vertici.
Come può crescere il Futsal nella nostra regione?
Basile: In questo momento difficile del nostro paese c’è bisogno prima di tutto di persone serie che spinte dalla passione possano investire per creare o migliorare società e soprattutto l’organizzazione dei settori giovanili.
Bellarte: Nello stesso modo in cui potrebbe crescere a livello nazionale: promozione della disciplina, formazione dei dirigenti, formazione dei tecnici e formazione dei calciatori.
Capurso: Nella nostra regione serve ancor di più la presa di coscienza del valore di questo sport. C’è bisogno che gli organi si confrontino sempre, che non si siedano sugli allori, c’è bisogno di continuare a credere in questa disciplina che è la più praticata in questi anni. Il lavoro che va fatto prima di tutto è inculcare nella testa di tutti che questo sport è importante e non è ripiego dal calcio a 11, perché non è assolutamente così.
Cosa segui del Futsal Pugliese?
Basile: Tutto perché sono innamorato di questo sport.
Bellarte: Seguo il Futsal…
Capurso: Seguo un po’ tutto. Seguo il figlio del mio ex presidente Alfonso Russo che gioca nel Ruvo, seguo la crescita del Futsal Bisceglie. Seguo tutti i momenti e l’evoluzione di tutte le nostre squadre a partire dalla serie A2 del Fuente Lucera e del Salinis dove ci sono giocatori molto importanti come Perri e Nardacchione. Squadre, che vado a vedere quando posso. Spero in scelte oculate delle risorse finanziarie in modo da poter far durare il tutto il più possibile. Crescendo pian piano.
E i vostri “eredi” chi potrebbero essere?
Basile: Tutti nella vita possono essere eredi di chiunque, siamo molto giovani e tra venti anni non so cosa potrà succedere.
Bellarte: Ho 36 anni, questa domanda dovresti farla a Capurso!
Capurso: Di quelli che conosco un po’ meglio Ventura è un ottimo allenatore e Di Chiano può fare bene in futuro. In giro per l’Italia c’è ne sono tanti di bravi, per esempio Busato della Poggibongese e Podda a Cagliari, un allenatore sempre sul pezzo. Di Leopoldo, per quelle che sono le mie caratteristiche nella gestione settimanale, e delle dinamiche sia dentro che fuori dal campo non è semplice trovarne. Comunque molti gli ho visti per qualche partita, quindi non è facile giudicare. Quelli che invece ho nominato e sono stati con me tanti anni spero un giorno possano fare il grande salto.
Qual è la società pronta ad emergere ulteriormente in Puglia?
Basile: Al momento penso a Lucera e Salinis perché sono in una categoria importante e auguro loro le migliore fortune.
Bellarte: Il Salinis…
Capurso: Se mi avessi detto sud ti avrei detto che l’Avis Borussia Policoro sta facendo bene. Se devo fermarmi in Puglia dico che non conosco bene la realtà dell’Ares Mola ma è una società che vuole emergere. Quelle più vicine al passo sono Fuente Lucera e Salinis.

Giuseppe Lonero

© Riproduzione riservata

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