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Approvato il Regolamento IMU

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I Capursesi sotto l’albero troveranno nuove “sorprese”, dopo l’approvazione delle nuove aliquote IMU

 

Siamo a novembre, mese che ci prepara alle prossime festività natalizie ma non solo. Infatti, il prossimo mese di dicembre non sarà certo il più felice per la stragrande maggioranza degli italiani, poiché in primis grava ancora sulle nostre tasche il peso della crisi economica e anche perché come previsto dalla normativa vigente, i contribuenti dovranno provvedere al versamento della rata di saldo dell’IMU. Come è noto, questa nuova imposta è stata istituita con il Decreto Legislativo N. 23/2011 artt. 8 e 9 e introdotta nell’anno in corso, in via “sperimentale”, come esplicitato dai “professori” del governo tecnico, dall’articolo 13 del Decreto Legge N. 201/2011. Il nostro comune del resto, come tutti gli altri, si è dovuto adeguare a questa nuova normativa, approvando nella seduta del Consiglio Comunale del 30 ottobre ultimo scorso il regolamento “IMU”, per quello che concerne la rata di saldo, predisponendo le nuove aliquote (come previsto dallo stesso articolo 13 del D.L. 201/2011, facendo si che le stesse possano essere modificate annualmente, in aumento o diminuzione, sempre entro i limiti previsti dallo stesso decreto).

Nuove aliquote, dunque, per i cittadini capursesi, con tante “sorprese”. Il sindaco e la sua giunta hanno dovuto affrontare non pochi problemi nel redigere il nuovo regolamento. Ma andiamo per gradi. La maggioranza del Consiglio Comunale, approvando detto regolamento, ha tentato di limitare la tassazione, confermando dei punti fermi di questa amministrazione. Come si evince dalla relazione letta in Consiglio, da parte dell’assessore al bilancio e programmazione finanziaria, Rocco Abbinante, viene fissata al 4×1000 l’aliquota sulla prima casa, ma viene aumentata in modo considerevole l’aliquota sulle seconde case e sugli altri immobili, che passa dal 7.6×1000 al 9×1000. Naturalmente sono previste alcune agevolazioni per le fasce più deboli della popolazione; in virtù di queste agevolazioni, l’aliquota della prima casa scende al 3.5×1000 nel caso di pensionati over 65 con reddito fino a 12.000 €/annui, gli anziani che abbiano fatto richiesta di residenza presso case di riposo o nel caso di cittadini residenti all’estero. Detrazioni previste anche per chi concede in comodato d’uso gratuito l’utilizzo della seconda casa ai propri figli, in questo caso l’aliquota passa dal 9×1000 all’8.5×1000. Altro punto fermo, come riporta il sindaco nella conferenza stampa tenutasi il 31 ottobre scorso (potete visionare la versione integrale sul nostro sito web www.capursowebtv.it), è quello della non introduzione dell’addizionale comunale sull’IRPEF, che secondo le dichiarazioni del sindaco, andrebbe a colpire solo una determinata fascia di contribuenti, ovvero i lavoratori dipendenti, sottolineando che il comune di Capurso è l’unico comune della provincia di Bari a non introdurre questa imposta. Analizzando questi dati, come lo stesso sindaco ha ribadito nella citata conferenza stampa, nel nostro comune la pressione fiscale è al minimo. Ma è stato fatto davvero tutto il possibile per non vessare in modo considerevole le tasche dei cittadini? Secondo quanto riportato dalla minoranza, che ha bocciato all’unanimità il regolamento, e che in queste ore (ndr. mentre questo numero del magazine è in fase di chiusura) sta tenendo un pubblico comizio di risposta alle dichiarazioni del Sindaco, sembra proprio di no. Molte sono state le loro proposte, giunte in Consiglio Comunale da parte del capogruppo di minoranza della lista “Capurso nel cuore”, Nicola Buono, non prese in considerazione, per fare in modo che le stesse aliquote risultassero leggermente più basse. In primis quella di rinunciare alla indennità da parte di tutti i Consiglieri Comunali, degli Assessori e del Sindaco, in modo da poter utilizzare dette economie nel settore cultura. Ciò avrebbe consentito di disporre di risorse, attualmente utilizzate per tale settore, necessarie alla diminuzione delle altre tasse comunali o della stessa IMU, a favore di alcune fasce della popolazione economicamente più deboli. Altre due proposte, invece, sono arrivate da parte del Consigliere di minoranza Johnny Calabrese, componente della prima commissione permanente, (come si evince dal verbale letto, durante la seduta del Consiglio, dal capogruppo di maggioranza Mino Guarini), e sono state quelle di inserire nel regolamento una riduzione dello 0.5×1000 (dal 4 al 3.5×1000) sui portatori di handicap o per i nuclei familiari che hanno un portatore di handicap a carico, in condizione di gravità certificata e che posseggano solo la prima casa. Così come è stata proposta la diminuzione dell’aliquota IMU, solo per i nuclei familiari con un unico reddito derivante da pensione fino a 12.000 €/annui. Tutte proposte queste che non hanno trovato spazio nel regolamento approvato. Continuando l’analisi di quanto è emerso dal Consiglio Comunale e della successiva conferenza stampa, il Sindaco ha fatto della non introduzione dell’addizionale IRPEF un suo punto di forza, ribadendo che Capurso è l’unico comune della provincia di Bari a non applicarla e che la stessa andrebbe a colpire una determinata fascia della popolazione (i lavoratori dipendenti). Osservazione smentita dal commercialista Dott. Giovanni Puggione, attraverso una sua nota inviata alla nostra redazione, nella quale ci fa notare che “la legge nazionale che consente ai Comuni di istituire l’addizionale IRPEF non dispone che questa debba colpire una o più categorie di contribuenti, escludendone altre. Dispone invece che va applicata a tutti i contribuenti, siano essi lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi o occasionali” precisando inoltre che la medesima addizionale non viene applicata nei comuni di Modugno e Noicattaro (quindi Capurso non è l’unico comune della provincia). In altri consessi e attraverso un suo studio, il Dott. Puggione, ha evidenziato che dall’inserimento della medesima addizionale, potrebbero derivare non meno di € 300.000 per le casse comunali, incidendo con cifre non eccessive nelle tasche dei cittadini (50 €/annui in media per la stragrande maggioranza dei contribuenti) garantendo anche una soglia di esonero abbastanza significativa. Tale somma potrebbe essere utilizzata a favore dei cittadini per ridurre le aliquote IMU. Ci prepariamo, dunque, alla luce dell’analisi appena fatta, ad affrontare un mese di dicembre davvero molto “caldo” dal punto di vista finanziario ed economico, sperando di non trovare sotto l’albero nuove altre “sorprese”.

Giovanni Calabrese

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