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domenica, Ottobre 6, 2024
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Muoviamoci!!!

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Pubblichiamo integralmente un articolo che ci è giunto in Redazione da parte di Mario Boezio.

A guardare il bellissimo “rendering” di piazza Gramsci, illuminata da 5 lampade a led intelligenti del “Progetto Smartlights”, il lettore occasionale, non capursese, resterebbe stupefatto: luci soffuse, panchine che ospitano sereni lettori, mamme con bimbi che passeggiano in uno spazio lindo e tranquillo, con piante e fiori, etc. La stessa, per dovere di cronaca, è visualizzabile, tra l’altro, al link: http://www.pugliain.net/capurso-illuminata-da-led-intelligenti-grazie-a-smartlight/ (foto 1). Una immagine idilliaca, non c’è che dire! Ma se quel lettore occasionale volesse togliersi la soddisfazione della verifica, arrivando in quella piazza rimarrebbe disgustato e schifato dal reale stato di degrado. Oggi la piazza è così, (foto 2), esattamente com’è rimasta da quando ha cambiato “destinazione d’uso”! E chi vuole intendere intenda, come si dice… Con tutto il rispetto per il progetto Smartlights non saranno certo cinque lampioni intelligenti a cambiare la vita di piazza Gramsci. Siamo tutti consapevoli che ci vuole ben altro. Non si può scaricare la responsabilità sui singoli, avventurosi, coraggiosi, eventuali esercenti invitandoli a trasferire, o creare ex-novo, in quella zona la loro attività commerciale. Ci vuole spirito d’avventura a correre un rischio così elevato. A tal proposito un plauso va a coloro che già si sono buttati in questa impresa. Complimenti e in bocca al lupo. Ma se il cuore di tutto quello spazio storico, culturalmente vitale per i capursesi, non viene rimesso in moto (mi riferisco alla fatiscente struttura ex mercato e tutto il tessuto circostante), quella piazza resterà sempre più abbandonata a se stessa. Nell’arco di tanti anni si sono avvicendati più progetti mai realizzati e utilizzati solo a fini propagandistici. Forse qualcosa di più semplice e abbordabile accorcerebbe i tempi e renderebbe lo spazio ai legittimi cittadini. Alcuni anni fa il sottoscritto sottopose una idea semplice semplice a cui nessuno ha mai dato risposta e siccome lo spirito è quello di stimolarne altre, ripropone lo stesso articolo, con un disegno, sempre molto naif ma leggermente modificato, che non tiene più conto dello sfruttamento della parte sovrastante la struttura (che, pare non sia calpestabile).

Questo era il testo dell’articolo: Da tempo ormai i residenti e gli esercenti dei piccoli, pochi negozi rimasti in piazza Gramsci lamentano di abitare una zona “morta”, senza stimoli al piacevole vivere collettivo. E non a torto. Da quando il mercato ortofrutticolo è stato spostato, in quella piazza regna il silenzio, saltuariamente rotto dalle grida dei giochi dei bambini o dai dialoghi, timidamente accesi, di qualche anziano che insegue il tepore di qualche ballerino raggio di sole o d’una più confortevole ombra. Qualcuno, rimpiangendolo, invoca il passaggio delle auto, che pur nel fastidio dell’odore di gasolio o del rumore dei motori accesi, tenevano alta la soglia di attenzione. Spesso mi fermo a chiacchierare con loro e pur condividendo lo stato d’animo di quella forzata solitudine sociale, cerco di dissuaderli dall’ambito desiderio di traffico e insisto che in tutti i centri storici di tutte le città di tutto il mondo ormai bisogna abituarsi all’idea, salutare per il fisico e rispettosa per l’ambiente, di usare le gambe. Purtroppo lo scontro è frequente, l’abitudine ad utilizzare l’auto è radicata e dominante rispetto a qualunque consiglio medico o al vantaggio di sviluppare occasioni per vedere amici e conoscenti, per socializzare, informare, informarsi, pettegolare e tornare a casa con la borsa piena, non solo della spesa ma anche di soddisfazioni per aver vissuto quelle relazioni. Restando a bordo della “macchina” quella borsa sarebbe più vuota di valori importanti. Il problema della silente piazza però permane e va’ risolto; e non bastano gli eventi etnici, quelli musicali e gastronomici che, pur sempre graditi, utili e necessari, sporadicamente la riempiono; è necessaria una soluzione che guardi alla quotidianità. I complessi, trentennali progetti che hanno studiato la riqualificazione di quella piazza, proprio perché costosi, lungimiranti e derubricati continuamente a causa di ripetute e sempre impreviste priorità, restano sempre sospesi. Un po’ per gioco e un po’ per necessità, mi sono divertito ad immaginare una soluzione che potrebbe essere attuata in tempi brevi e con poca spesa. Nel disegno allegato non si tenga conto dell’aspetto tecnico, della prospettiva e di tante altre cose ad uso degli architetti, la mia è solo un’idea, simpatica, per amore del paese, che se dovesse piacere, potrebbe essere sviluppata in seguito. Si parte dal presupposto che una struttura, anche se brutta può essere recuperata e migliorata con interventi estetici e funzionali. È sempre più conveniente che abbatterla per rifarla nuova! E parliamo, ovviamente, come si vede dal disegno, dell’ex mercato coperto. Dopo una bella ripulitura si potrebbero sfruttare, nella parte inferiore, tutti gli spazi delimitati dai pilastri che la sostengono e creare tanti locali singoli (se ne ricaverebbero circa quindici, cinque per ognuno dei tre lati) che, opportunamente schermati con cristalli sintetici (o altro materiale a basso costo) e senza nessuna fornitura interna, eccetto l’energia elettrica, potrebbero diventare le sedi di altrettante associazioni culturali capursesi che dovessero averne bisogno, oppure piccole succursali della biblioteca, dove leggere quotidiani o libri, nella pace e nel silenzio di una schermatura acustica, oppure locali di scambio per oggetti, libri, giocattoli, riviste, etc. promuovendo così il baratto che, oltre a migliorare la socializzazione fra adulti e bambini, migliorerebbe l’ambiente riducendo gli sprechi. Nella parte superiore invece una ringhiera in ferro battuto garantirebbe l’estetica e ne migliorerebbe la facciata. Con l’aggiunta di qualche alberello, cespuglio di fiori o quant’altro e qualche piccola lampada d’arredo. Per ultimo andrebbero ripristinati i due bagni pubblici laterali e mantenuti, ovviamente sempre efficienti e puliti a garanzia della qualità e del valore della struttura stessa. E così proseguendo, le idee e gli usi sarebbero svariati, affidandosi alla fantasia ma prima di tutto e compatibilmente con le necessità della Comunità. L’importante è che l’utilizzo svariato di ogni singolo “lotto” e di tutto il complesso possa avvenire in continuità, di giorno e di sera, garantendo così movimento di persone e cose che rianimerebbero tutta piazza Gramsci. Sono certo che una soluzione così rivoluzionerebbe immediatamente l’attuale clima di stasi e sarebbe di stimolo a vivere quella piazza, anzi a riviverla. Si rimovimenterebbe l’attività commerciale, ormai rallentata al massimo, della salumeria, della panetteria, della latteria, del venditore di cozze, della pasticceria, etc. ma anche di chi vorrà insediarsi con nuove attività. Ribadisco che in questa idea non vi è alcuna velleità artistica o architettonica, per cui non si consideri il “tecnicismo” del disegno ma solo la sana, spassionata voglia di recupero mirante alla socializzazione e rivitalizzazione dell’intero spazio. Antico, importante, storico. Mi piacerebbe sapere come la pensano i concittadini (aggiungo il mio indirizzo e-mail) e sono certo che i nostri amici architetti, giovani e meno giovani, sempre pieni di idee innovative, dal punto di vista tecnologico e artistico, potrebbero suggerire l’utilizzo di nuovi materiali e nuove soluzioni purché efficienti e poco costose. Consideriamolo un piacevole esercizio per il bene di Capurso.

Mario Boezio

m.boezio@tiscali.it

Redazione

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