Rete S.P.R.E.A.D.: un progetto per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati

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Si chiama Rete S.P.R.E.A.D. (Sostenibilità, la Produttività, l’Economia Alternativa e il Dialogo) il progetto avviato nei giorni scorsi, realizzato da un’associazione temporanea di scopo con capofila la Cooperativa sociale Al.I.C.E e composta da sei soggetti (cooperative e associazioni) attivi nel settore sociale in collaborazione con l’Ambito territoriale 5 (Triggiano, Adelfia, Capurso, Cellamare, Valenzano) che gestisce la governance del progetto, e con il ruolo attivo degli assessorati ai servizi sociali dei comuni interessati.

Il progetto, finanziato dalla Regione Puglia  con fondi europei per  circa € 180.000, prevede l’avviamento al lavoro di venti soggetti (sette dei quali capursesi) adulti, soli o conviventi con minori o con persone non autosufficienti a carico; ex detenuti disoccupati; soggetti sottoposti a provvedimenti giudiziari o a misure alternative alla detenzione; minori a rischio di esclusione sociale e lavorativa, anche derivanti dall’area penale; donne sole con figli; pazienti psichiatrici in trattamento riabilitativo. Per la selezione si è tenuto conto della parità di genere, delle esperienze nel campo dell’agricoltura e del giardinaggio (oggetto principale delle attività del progetto) e, ovviamente, delle motivazioni individuali. Saranno infatti proprio l’agricoltura sociale, la raccolta, il riuso, il riciclo e la vendita di merci usate i settori in cui si svilupperanno le opportunità formative e lavorative previste dal progetto: per un intero anno, tanto dureranno le attività, i destinatari avranno la possibilità di seguire un periodo di formazione e quindi di lavorare sul campo  affiancati da operatori specializzati. Il gruppo avrà a disposizione alcuni terreni per sviluppare coltivazioni biologiche e sarà aiutato a commercializzarle in un vero e proprio incubatore esperienziale per l’avvio di attività imprenditoriali e per implementare con nuove attività cooperative già esistenti. Obiettivo finale del progetto, infatti, è l’autosostenibilità economica delle attività anche dopo la conclusione del progetto e il suo prolungamento nel tempo. I venti beneficiari avranno a disposizione due terreni confiscati alla criminalità nei comuni di Valenzano e Triggiano da coltivare a ortaggi. Questo il calendario delle attività: fino al 28 giugno si terranno i laboratori di apprendimento (formazione)  in aula; dal 1 luglio al via il preinserimento in azienda degli utenti, dieci presso la cooperativa Il Cammino a Triggiano e dieci presso Nuovi Sentieri a Valenzano. A settembre avvio dei Work Experiences. Nella rete allargata dei partner dell’Ats sono particolarmente partecipi i gruppi di acquisto solidali (GAS) per la commercilizzazione dei prodotti. In tal senso anche la Federazione scuole dell’infanzia private di Bari è interessata a sviluppare progettualità condivise. Un ruolo importante sarà svolto anche dalle famiglie dei destinatari, che saranno coinvolte nei percorsi di orientamento e accompagnamento all’inserimento sociale e lavorativo. La scelta di accogliere nel progetto soggetti con svantaggio fisico e psichico, e soggetti con svantaggio socio-economico è stata pensata al fine di realizzare un intervento di inclusione sociale e lavorativo sperimentale nel territorio dell’ambito e per creare un gruppo specchio della società. “È indispensabile – spiega l’assessore alle politiche sociosanitarie, Dina Munno – che  ogni livello del progetto sia consapevole della necessità di attuare efficacemente le strategie, previste dal progetto, sul campo della operatività, in modo da favorire una crescita  solidale e sostenibile, e che ciascuno faccia la sua parte introducendo il necessario apporto. Il successo del progetto dipende anche dal coinvolgimento operoso  di tutte le componenti della rete; ognuno è necessario per raggiungere gli obiettivi di migliori condizioni di vita dei cittadini e delle famiglie del nostro Comune: associazioni, cooperative, aziende, sindacati, imprese, stakeholder, singoli cittadini, istituzioni. Penso, infatti, che – conclude l’assessore – la garanzia della durata del progetto,  nel tempo, sia strettamente correlata alla costante comparazione della sperimentazione con le buone pratiche, regionali, nazionali ed europee, nell’area dell’inclusione sociale e lavorativa, al rigore metodologico, al lavoro di ricerca  continuo, all’attenzione ai bisogni delle persone fragili e all’impegno di tutti coloro che hanno a cuore  la crescita del capitale sociale delle nostre comunità.”

 

(fonte: comunicato stampa portavoce del Sindaco)

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